Se Obama vuole distruggere l’occidente gli occidentalisti escluderanno lui dal potere

 

Di Carlo Pelanda (29-9-2009)

 

L’annuncio di Obama che il G8 non si occuperà più di governance dell’economia globale e che tale funzione passerà al G20 è un atto di esclusione degli europei e del Giappone che sancisce la fine del dominio occidentale  sul pianeta. Congratulazioni a F. Cossiga per aver previsto l’orientamento antioccidentalista di Obama in un seminario che ne commentava l’elezione presso la sede de Il Tempo, nel 2008. Anche il rubricante, allora, cominciò ad invocare un maggiore attivismo europeo per imbrigliare Obama. Inascoltati. Ora Ue e Italia umiliate ascoltino.      

E’ certamente necessario allargare il club della governance economica globale includendo le nazioni emergenti. Ma lo si poteva fare cooptando nel G8 altre democrazie, India, Brasile, Messico, Australia, Corea del Sud, Sudafrica, con prenotazioni per Indonesia, Turchia ed Egitto, ecc. Tale gruppo, rafforzato da incentivi alla Russia a convergere, avrebbe rappresentato circa i 2/3 del Pil e ½ dell’energia fossile mondiali, sarebbe stato omogeneo per modello democratico, imbattibile sul piano del potere economico e militare. Perché Obama non lo ha fatto? Perché il requisito democratico avrebbe escluso la Cina. Obama, probabilmente su suggerimento di T. Geithner formatosi in Asia e da quelli ambienti influenzato, oltre che da alcuni interessi finanziari statunitensi, ha bisogno che Pechino compri il debito americano per accelerare, drogandola, la ripresa in modo da presentarsi con un successo sia nelle elezioni parlamentari dell’autunno 2010 sia in quelle presidenziali del 2012. Pechino è disposta ad aiutare Obama se in cambio riceve più potere di influenza. Infatti il G20 sarà un tavolo dove il G2 sino-americano potrà prevalere in modo incontrastato. Così l’America ripete l’errore di Clinton nel 1996: mettere la Cina al centro del mercato globale senza condizionarla a comportamenti convergenti. Sarà una mina per il globo perché senza democrazia il capitalismo è instabile per selettività sociale, mancanza di trasparenza e autoritarismo non bilanciato. Sarà la fine del potere condizionante delle democrazie. Ma non è troppo tardi per intervenire. Strategia: (a) iniziativa europea per costruire entro il G20 un club maggioritario di democrazie; (b) poiché Obama è incline a compromessi cinici, ricattarlo su qualsiasi questione trattandolo come un’anomalia e non come il vero rappresentante dell’America; (c) pressione sui media statunitensi (America wake up!). Questa rubrica anche raccomanda di inviare soldi al Partito repubblicano Usa per aumentare le chance di una maggioranza antiobamiana al Congresso nelle elezioni del 2010. Sveglia.      

Carlo Pelanda